La Venezia del Settecento custodita nel comò
Elemento d’arredo di spicco dell’epopea artistica della Serenissima del XVIII secolo, il comò è il mobile che forse meglio riesce ad esprimere l’abilità dei marangoni, volti ad un trionfo delle curve e il gusto dei depentori, attenti a decorazioni evidenti ma mai eccessive. A metà del secolo, gli arredi persero la pesantezza nella struttura, tipica eredità barocca, per assumere forme più slanciate e contorni mossi fluenti su superfici laccate policrome, lucide e resistenti che abbracciano un’ampia gamma di tonalità: dall’azzurro al celeste, ai gialli, all’avorio tenue, al crema, ai rossi intensi, ai verdi brillanti, unite talvolta a dorature di grande effetto.
Incontro felice tra eleganza e frivolezza, il comò Luigi XV sfoggia linee asimmetriche e sinuose silhouette, fianchi bombati e gambe con la tipica forma a “S”, dotati di cassettoni, con piano sagomato in marmo o decorato, talvolta con una caratteristica gola creata per raccordare il coperchio più stretto al corpo del mobile.
Le manifatture lagunari di alta qualità, per offrire ai veneziani e ai loro ospiti ambienti lussuosi e armoniosi, diedero libero sfogo alla creatività, intagliando rocailles, motivo portante dell’intero sistema decorativo e inventando opulenti sposalizi di fiori su fondi allegri, colorate decorazioni di cineserie, incorniciate da riccioli, svolazzi e ghirigori, ma anche farfalle, personaggi dell’Arcadia, figure mitologiche e scene galanti, plasmando un ornato grintoso che riscosse larga ammirazione in Europa e nel resto dell’Italia.
Impareggiabile fasto degli spazi domestici borghesi, perpetua la sua bellezza nel tempo, palesandosi ancor oggi come punta dell’interesse artistico dei sofisticati amanti dell’arte veneziana.