Francesco De Mura
(Napoli, 1696 – 1782)
La samaritana al pozzo
Il pittore Francesco De Mura, esponente di rilievo del Rococò partenopeo durante il regno di Carlo di Borbone, racconta in questa tela una celebre scena evangelica, un racconto di estrema delicatezza costruito su una metafora spirituale. Gesù, giunto nella città della Samaria chiamata Sicàr e stanco del lungo viaggio, sedette presso il pozzo di Giacobbe. Per i giudei, i samaritani erano degli eretici impuri, ma Gesù, incurante di questa leggenda e contrariamente ai costumi del suo popolo, chiese da bere a una donna di origini samaritane, che reagì infatti con stupore. In realtà l’acqua del pozzo, oggetto del loro dialogo, è l’acqua attinta dalla Parola di Gesù, capace di spegnere ogni sete spirituale. Alla fine la samaritana, rotto ogni indugio, profetizzò la parola del Salvatore.
Aggraziato idealisticamente, privo di tensioni drammatiche, De Mura esprime nella sua arte un classicismo modulato; gli esiti sono il frutto di innumerevoli studi, in cui l’artista progetta non solo la coreografia delle scene, ma ne misura il lume e il colore. In questa tela Gesù è avvolto dal colore blu, simbolo del Cielo e del Regno di Dio, e da un manto rosso, colore che indica la Sua natura divina; è colto nel momento della sosta presso il pozzo, è in dialogo con la giovane donna e assume una gestualità di insegnamento, parafrasi, racconto, mentre attende la brocca bronzea colma d’acqua, che l’artista ha dettagliatamente descritto.
La samaritana è una bellissima donna dalla pelle chiara e dal volto pallido, un manto molto mosso sulle tonalità del rosa pastello le cinge il corpo. Il pozzo assume le sembianze di un’antica e affascinante rovina consumata e divorata dalla natura e sulla quale si appoggiano ombre diagonali: durante il Seicento e il Settecento la pratica di dipingere e rievocare capricci e antichità frammentate si traduce nella celebrazione di un mondo antico, lontano e perso per sempre.
olio su tela,
cm 80 x 94,5