Andrea Scacciati
Nature morte di fiori in vasi di metallo
Andrea Scacciati è autore di opere di alta qualità stilistica, oggi ampiamente apprezzate, dedicate in prevalenza a composizioni floreali definite con sapiente perizia pittorica, anche se le fonti antiche parlano altresì di frutta e di animali. Scolaro del Balassi e di Lorenzo Lippi (1), si dimostra protagonista del rinnovamento della natura morta fiorentina in senso barocco in un secolo che costituisce il periodo aureo di questo genere figurativo. Durante il Seicento infatti la natura morta si afferma come genere a sé stante e tutte le sue potenzialità insite - in termini di suggestione visiva, precisione descrittiva, sapienza compositiva e densità simbolica - giungono ad un insuperato compimento (2). Passata la febbre caravaggesca, la natura morta finisce sotto il controllo di specialisti di alta professionalità, piegando decisamente nella direzione dello stile barocco. Questo si traduce nella ricerca di un decorativismo lussureggiante, caratterizzato dal dinamismo delle forme e dalla gioiosità dei colori. In questo contesto, il pittore coniuga gli accenti scenografici del genere della natura morta in epoca barocca agli interessi e alle intenzioni naturalistiche, operando in analogia con i modi del napoletano Gaspare Lopez e precedendo gli esiti del poco più giovane Bartolomeo Bimbi, anche se la pennellata di Andrea risulta più densa e pastosa e meno analitica, e l’effetto decorativo appare più diretto, almeno nella fase più matura della sua carriera. La sua pittura crepitante, corposa e materica è all’epoca apprezzata da molte famiglie patrizie toscane, soprattutto dalla famiglia dei Medici e le sue tele sono richieste in special modo dalla granduchessa Vittoria della Rovere e del granduca Cosimo III destinate alla Villa dell’Ambrogiana. Andrea dipinge questi due bouquets con grande impeto decorativo: un’ampissima varietà di fiori carnosi e colorati si dirama in tutte le direzioni e gioca sulle flessuosità dei gambi elastici che si piegano morbidamente nelle zone limitrofe. Le opere regalano un armonioso effetto di affollamento più luminoso al centro che si incupisce verso l’esterno. La tipologia della composizione e il vaso metallico cesellato si riallacciano al filone più tipico del momento tardo dell’artista (3). Sono evidenti le relazioni stilistiche che legano le due opere con altri dipinti dello Scacciati, quale Vaso di fiori con pappagallo, in collezione privata a Firenze, firmato e datato 1672 (4), al quale si collega Vaso con tulipano, rose, narcisi e fiori d'arancio dei depositi delle Galleria fiorentine (5). Altrettanto chiari appaiono i legami con Ghirlande di fiori o le due tele intitolate Vasi di metallo con mazzi di fiori, appartenenti ai depositi di Palazzo Pitti a Firenze (6).
Andrea Scacciati (Firenze, 1642 – 1710)
Nature morte di fiori in vasi di metallo
oli su tela, cm 79 x 135
Expertise: prof. Ugo Ruggeri
Bibliografia:
1. L. Salerno, La natura morta italiana, Bozzi, Roma, 1984, p. 297;
2. L. Bortolotti, La natura morta, Giunti, 2003, Prato;
3. A. Cottino, Natura silente, Omega, 2007, Torino, pp. 134 – 140;
4. F. Porzio, La natura morta in Italia, Milano,1989, vol. II, fig. 699;
5. Ivi, fig. 697;
6. M. Chiarini, Il giardino del Granduca. Natura morta nelle collezioni medicee, Torino,1997, figg. 120, 121,129, 130.