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Capriccio architettonico
Capriccio architettonico, dipinto di Francesco Battaglioli

Francesco Battaglioli

(Modena 1717 – 18 ca. – post 1796)

Capriccio architettonico
La celebrata abilità di Francesco Battaglioli è testimoniata da questa tela, dove la sapienza disegnativa e pittorica, unita ad una cura maniacale del dettaglio e ad un consumato talento nel manovrare logge, porticati, archi trionfali, giardini e rovine, conducono ad esiti degni della migliore tradizione vedutistica. Artista di portata europea e specialista nel raffigurare paesaggi, vedute e capricci, Battaglioli fu capace di evocare rappresentazioni sceniche di elegante decorazione: il dipinto, esaminato dallo storico dell’arte prof. Giancarlo Sestieri, rappresenta un capriccio di parco ampio e fantasioso con edifici di gusto classico, affascinante nelle sue balaustre e nei pilastri sagomati; ricco nelle gradinate; celebrativo e commemorativo nell’antica piramide; aulico nel portico abbellito da due colonne; dettagliato nella rappresentazione delle figure elegantemente abbigliate; brillante nell’inserto architettonico che vede una piscina artificiale centrata da una fontana con scultura equestre di Poseidone e attorniata da altre sorgenti statuarie zampillanti.
La prepotenza dell’architettura è stemperata dallo spazio arioso del cielo terso e dal viale alberato che abbraccia l’opera diagonalmente e le dona respiro.
Emerge da questa tela, opera del Settecento avanzato, come Battaglioli sia il degno erede della tradizione artistica inaugurata dal maestro paesaggista Viviano Codazzi e perseguita dagli artisti Giovanni Paolo Pannini e Antonio Joli, dando vita ad un esito di grande sensibilità atmosferica e cromatica, dimostrando una padronanza della prospettiva indiscutibilmente di altissima qualità. Non a caso il maestro, intorno alla seconda metà degli anni Settanta, ereditò la prestigiosa cattedra di prospettiva architettonica all’Accademia di Venezia, completando l’insegnamento del professore Antonio Visentini e dimettendosi solo nel 1789, quando era ormai ultrasettantenne.
Battaglioli si educò alla scuola di Raffaello Menia Rinaldi, trasferendosi nel corso del quinto decennio a Venezia – nella cui Fraglia risulta iscritto dal 1747 al 1751.
Dal 1756 al 1760 fu attivo in Spagna, sia come vedutista sia come abile scenografo.
Di ritorno a Venezia, si affermò come pittore prospettico e venne nominato membro dell’Accademia nel 1772. Il dipinto è databile a questi primi anni veneziani del maestro, nello specifico dopo la parentesi spagnola.

olio su tela,
cm 158 x 82h

Expertise: prof. Giancarlo Sestieri

Pubblicato in:
G. Sestieri, Il Capriccio architettonico in Italia nel XVII e XVIII secolo, Etgraphiae editoriale, Roma, 2015, vol. I, p. 47, n. 23.

Bibliografia di riferimento:
Francesco Battaglioli 1717 c. – 1796 c, in Capricci Veneziani del Settecento, Catalogo della mostra a cura di D. Succi, Allemandi, Torino, 1988, pp. 259 – 271.

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